Grazie (diciamo così…) al post di Alena Verameyeva, mi sono imbattuto in questo…
Avete capito chi ha pagato per questa canzoncina?
Grazie (diciamo così…) al post di Alena Verameyeva, mi sono imbattuto in questo…
Avete capito chi ha pagato per questa canzoncina?
Ebbene si, il momento è giunto. Dopo anni di utilizzo, e dopo cercato e testato, a livello personale, diversi sistemi di controllo di versione (vedi post Microsoft Visual Source Safe...What's next? e Microsoft Visual Source Safe...What's next? (la scelta)), la transizione è avvenuta anche a livello professionale. Ovviamente la causa non è da ricercarsi in maggior efficienza sul lavoro, adeguamento ai trend attuali della comunità degli sviluppatori, e così via. Facis de necessitate virtutem, ovvero fai di necessità virtù. In altre parole, dovendo sviluppare un grosso software di controllo, dovendolo fare a sei mani, peraltro geograficamente lontane, non disponendo in azienda di un server accessibile dall’esterno, abbiamo cominciato alla vecchia maniera: quelli che sviluppano in azienda utilizzano SouceSafe, gli altri, manualmente, fanno periodicamente un merge dei loro contributi, e quindi archiviano ancora su SourceSafe. Risultato? PANICO. Ovviamente ad ogni merge, pezzi di codice persi, file di configurazione sbagliati, ecc..
La soluzione, configurata, implementata ed adottata in poco più di un giorno è la seguente:
Il risultato è stato a dir poco entusiasmante, tanto che la transizione da Visual SourceSafe può considerarsi definitiva (almeno per i progetti futuri).
Enjoy
Sono passati 4 mesi e non ho trovato il tempo di tirar giù qualche appunto sul blog. Non che manchino gli argomenti, anzi. Il fatto è che sono nel pieno della fase di rilascio di quello che per complessità e numero di tecnoologie interessate è uno dei lavori più impegnativi della mia carriera. Ed è proprio ad alcune delle tecnologie scoperte ed applicate che voglio dedicare alcune delle righe che pubblicherò nei prossimi giorni.